lunedì 17 dicembre 2012

DMC (demo) - I demoni piangono, pure i videogiocatori



La saga di Devil May Cry ha avuto molti alti e bassi. Il primo capitolo è stato interessante da tutti i punti di vista, introduceva un personaggio intrigante e dalla battuta pronta, un mezzo demone con le palle. Il secondo titolo invece è stato incredibilmente sottotono, con un Dante irriconoscibile che vestiva i panni del bello e dannato e di una co-protagonista controllabile inutile e poco convincente. Il terzo capitolo ha dato nuova linfa alla saga, portando alcuni cambiamenti a livello di gameplay e un restyling del protagonista che viveva la sua prima avventura nel mondo dei demoni quando era ancora giovane. Il quarto capitolo, approdato nelle console next-gen, ha visto l'introduzione di un nuovo personaggio, Nero e di nuove dinamiche narrative ed estetiche (una grafica davvero interessante) che potevano essere sviluppate meglio.

Dopo anni di silenzio, Devil May Cry viene dato in mano a Ninja Theory che hanno voluto creare un reboot del titolo, introducendo un Dante ancora più giovane rispetto a Devil May Cry 3 e totalmente diverso. I videogiocatori, quando hanno visto le prime immagini del nuovo Dante, si sono separati in due fazioni: i puristi (come al solito) che pretendevano un Dante vecchio stile, con i capelli bianchi (un piccolo particolare che caratterizzava pienamente il personaggio), e chi invece non aspettano altro che dare mazzate ai demoni con mille combo e mille armi.


Con la demo nelle nostre mani, è possibile dare un senso a questo reboot e al lavoro che c'è dietro di restyling e di rinnovamento. A livello estetico è molto affascinante: "l'inferno" concepito da quelli di Ninja Theory è davvero caotico e quasi ipnotico nel suo continuo cambiamento e mutamento, con mura che si dissolvono, pavimenti che si allungano, palazzi che tentano di inghiottire Dante e così via. Hanno voluto creare un mondo che si muove insieme al protagonista.
Lo stile grafico è accattivante ma pieno di errori: può darsi che il problema sia determinata dalla demo, quindi bisogna vedere il videogame completo per confermare.


Il nuovo Dante è sfrontato e bastardo, pronto a insultare e a dare mazzate ai demoni come non mai. Appena si prende il controllo del protagonista, ci si dimentica facilmente del vecchio Dante. Si, è stato un personaggio che ha caratterizzato l'era della PS2 e ci mancherà più come icona dell'action-gaming, ma le nuove vesti di Dante sono una boccata d'aria fresca. La vecchia saga è morta, e il quarto capitolo è la conferma di un tentativo vano da parte della Capcom di riportare in auge un personaggio che aveva bisogno di qualcosa di nuovo.




Il gameplay è inutile da analizzare: è il solito action game dove combatti a più non posso. Ci saranno i giocatori che premeranno i tasti a caso. Ci saranno giocatori che meticolosamente vorranno fare tutte le combo del mondo. In parole povere è puro divertimento. Gli action- game d'altro canto regalano comunque ore di intrattenimento come pochi videogame sanno fare.








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