domenica 15 gennaio 2012

Game of Thrones - Immagine della giornata



Parlare di Game of Thrones non è semplice. Primo punto perché il suo autore, George R.R. Martin, ancora non ha terminato The Song of Ice and Fire; di conseguenza i libri sono ancora tutti da leggere (l'edizione italiana è da denuncia: ogni libro sono stati suddivisi a loro volta in altri libri/capitoli, rendendo la raccolta qualcosa di immenso e scomodo) e la storia è ancora tutta da scoprire. Secondo punto l'universo disegnato è complesso, in particolare gli intrighi politici dei vari territori di Westeros; gli eventi sono numerosi, così come i colpi di scena e i personaggi che non si possono contare, soprattutto quelli che fanno una comparsa fugace e apparentemente superficiale ma che hanno un'importanza essenziale e inaspettata. Tutto questo rende l'opera di George Martin qualcosa di colossale e difficile da poter analizzare senza una seconda, terza e quarta lettura.
La serie tv ha avuto un successo inaspettato. Con molto piacere ho notato che sono stati mantenuti i tempi della storia (nei primi due libri, Gioco di spade e Il grande inverno, la trama inizia a ingranare verso la fine) e i personaggi ricalcano perfettamente i caratteri degli originali "cartacei", sebbene alcune scelte del cast sono criticabili (ad esempio Sansa, che viene descritta nei libri come bellissima e che nel telefilm è piuttosto.. brutta).
Per quanto riguarda il successo della serie tv, questo delinea come il pubblico televisivo non sia sempre focalizzato su prodotti seriali incentrati sull'auto-conclusione degli episodi, in cui i personaggi vivono in un mondo e ambiente senza caratterizzazione. Dal mio punto di vista, coloro che hanno seguito e seguiranno Game of Thrones sono gli stessi che hanno seguito dal 2004 sino alla sua conclusione la serie Lost, che ha segnato un punto di rottura determinante tra la serialità basata sulla visione superficiale e quella strutturata da una narrazione complessa e orizzontale, ossia che segue il corso della serie stessa.
Game of Thrones è la prova che il pubblico televisivo non vuole più rimanere passivo di fronte a una serie tv. Vuole interagire, vuole evolvere con la storia e i personaggi, vuole immergersi in mondi sconosciuti e soprattutto vuole conoscere sempre di più attraverso altri media (nel caso di Game of Thrones, molti che hanno seguito la serie stanno leggendo i libri).
Ad aprile arriverà la seconda stagione. Per chi ha letto già i libri (come me) sa che questa stagione sarà piena di colpi di scena e molti personaggi vivranno situazioni oscure e senza via d'uscita; invece invidio chi ancora non sa cosa accadrà perché l'effetto sorpresa, ansia e adrenalina sarà la colonna portante della visione di questa bellissima saga/serie/colossal fantasy letterario, e vorrei tanto rivivere quelle sensazioni scaturite dalla novità.
Ma la forza di certe storie sta nel fatto che non si esauriscono alla prima visione/lettura, ma si alimentano costantemente grazie a una scrittura creativa che continua ad ardere soprattutto dopo la prima lettura.

Nessun commento: